Il sottotitolo di questo libro è My huge Pumpkin, ispirato da un film italiano di parecchi anni fa dove Sergio Castellitto, nel dedicarsi ad una bambina problematica, trovava il senso della sua vita, il suo grande cocomero. Elvia lo sta in qualche modo cercando. Andando sulle tracce di Gullotta, intuendone i tratti garbati, l’attenzione sempre più rara verso gli altri, l’educazione nei modi – parola ahimè sempre più desueta – Elvia si rafforza nelle proprie convinzioni, trova fiducia in se stessa, si riconosce. E così affiora la sicilianità di lui, che è fatta di gentilezza, senso dell’ospitalità, piacere del sorriso, intelligenza brillante; il pudore di se stesso, il grande senso del dovere, l’importanza della disciplina, la serietà sul lavoro, la capacità di entrare nel personaggio restituendogli carne e spessore. Ricordiamo tutti il ruolo di Gullotta in “Nuovo Cinema Paradiso”. E’ la maschera che accompagna gli spettatori in sala. Nella sua capacità di fare di un personaggio secondario, una sorta di filo rosso che attraversa l’intera storia riuscendo ad invecchiare con la giusta dose di malinconica credibilità, Gullotta riesce nella fragile fatica della delicatezza.
Pietrangelo Buttafuoco